Cristina Merlo
2 min readJan 22, 2021

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Traghettare verso il positivo

Tutti passiamo momenti di confusione e sconforto, di senso di abbandono e di vuoto dentro ed intorno.

Non sempre si trovano la forza e il coraggio per dirsi no, basta! tutto questo lo vivo come un’esagerazione e un’amplificazione del mio io. Ci si convince che quegli stati d’animo, quelle situazioni siano insopportabili e ci si sente vittime nei e dei giorni.

Restare così sarebbe masochistico, ma ormai sono convinta che prima di risalire la china, al fondo della scalinata con croste e graffi un po’ si debba rimanere. Sì, nel silenzio per capire come, per l’ennesima volta ci siamo fatti male; spesso è accaduto come le cento volte precedenti.

Come riconoscerle?

Capire che spesso sono simili è una conquista. Riviverle col pensiero, con un rewind puntiglioso, per scoprire quando e come ci siamo inciampati, con chi, in quale momento… In certe occasioni vien da ridere perché ci si rivede come burattini che recitano sempre la stessa parte e, poco prima di partire a parlare camminare decidere, per una frazione di secondo dentro di noi si sa cosa andremo a reiterare.

In quel tempo minimo possiamo decidere di fermare lo spettacolo e di prendere tra le mani una parte nuova, nostra. Non è semplice, altro che tirare il freno a mano, me la immagino come una potente frenata di tutta me stessa, mi immobilizzo per un attimo e magicamente la traiettoria cambia. In questo preciso istante si è contenti e le forze tornano per proseguire quanto avevamo lasciato.

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