Un corpuscolo che sa di luce

Cristina Merlo
2 min readDec 5, 2020

“Quando, senza nessun tipo di programma di animazione, un gesso su un’ampia lavagna parlò di orbitali e delle loro forme, di livelli energetici, di spin… in quel momento qualcosa si accese dentro, non erano solo entusiasmo e curiosità”.

Questi elettroni comparvero inaspettatamente ordinati ed allo stesso tempo imprevedibili, impossibile conoscerne contemporaneamente quantità di moto e posizione.

Tutti dualisti: onda e particella insieme.

Quelle erano lezioni di chimica o piuttosto di filosofia?

Posso dirvi come mi sentii: eccitata, proprio come un elettrone che sale di livello o capace di emettere luce nel passare ad uno inferiore. Mi chiesi, di sicuro per comodità, se scivolando verso il basso una parte può divenire luce.

Se siamo anche elettroni, mai rintracciabili con precisione, sia onda che corpuscolo:

cosa di noi è determinabile?

Potrebbe sorgere un pensiero semplice: questa complessità ci chiede di riflettere. Siamo organi e non basta, tessuti neppure, cellule neanche, molecole ed atomi neppure. Particelle…

Tutto ciò per quanto affascinante non dice: ecco chi tu sei.

Conviviamo con la flora batterica intestinale, un cervello che si affianca a quello che tanto amiamo. Neppure questo ci dice chi noi siamo.

E col pensiero sappiamo: io sono?

Preferisco paragonarmi a quei piccoli elettroni che fanno parte di me, che entrano ed escono, che mi attraversano, sentendo con buona certezza che sono un corpuscolo, che intravede luci.

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